Anch’io voglio 345 parlamentari in meno ma voto No al referendum

10 DOMANDE PER CAPIRE BENE IL PERCHÉ.

In Italia abbiamo un bicameralismo paritario. La Costituzione italiana fin dal 1948 assegna ai due rami del Parlamento – la Camera (630 membri) e il Senato (315 membri) – le stesse identiche funzioni. Significa che ogni legge deve obbligatoriamente essere approvata da entrambe le Camere prima di poter entrare in vigore. E se un ramo modifica una virgola, la proposta/disegno di legge deve continuare a fare “avanti e indietro” tra Camera e Senato finché non approvano lo stesso identico testo.

1) QUANTI ALTRI PAESI IN EUROPA E NEL MONDO HANNO QUESTO SISTEMA? In Europa nessuno.Nel mondo solo la Guinea Equatoriale.

2) E CHE MALE C’È? Ci sono almeno due questioni che, tuttavia, non rappresentano il problema principale. a) questo sistema rende più lento il percorso di approvazione delle leggi. E in una società che corre molto più velocemente rispetto a 75 anni fa (quando esso nacque) questo rallenta la capacità della politica di rispondere in tempi congrui ai problemi. E questo a sua volta aumenta la sfiducia verso le istituzioni democratiche.b) un procedimento legislativo così farraginoso – a cui servirebbe anche una decisa riforma dei regolamenti parlamentari – ha praticamente azzerato le leggi di iniziativa parlamentare (“proposte di legge”) rispetto a quelli di iniziativa governativa (“disegni di legge” o addirittura “decreti legge”), su cui poi il governo “mette la fiducia” (cioè il testo viene approvato senza che l’aula parlamentare possa apportare modifiche). Nei fatti, dunque, si svilisce quasi completamente la funzione legislativa del Parlamento. Che non è compatibile con una repubblica parlamentare, quale siamo.

3) CASPITA. MA PERCHÉ DICI CHE QUESTI DUE MOTIVI NON SONO IL PROBLEMA PRINCIPALE? Perché nei fatti succede persino di peggio.Nelle ultime legislature i provvedimenti che sono riusciti a fare due passaggi “veri” (cioè in cui sia stato possibile modificarli) sia alla Camera che al Senato si contano sulle dita di una mano. Monca. Nei fatti succede che si fa a turno: il provvedimento A va al Senato (e la Camera lo deve poi approvare senza modifiche) e poi – per compensare – il provvedimento B fa il contrario.

4) E CHE MALE C’È IN QUESTO? Il Decreto “Rilancio” è stato la manovra economica più grande della storia della Repubblica (55 miliardi di euro). Lo abbiamo potuto modificare solo alla Camera, mentre 315 senatori eletti dal popolo non lo hanno potuto toccare, ma hanno dovuto approvarlo solo dicendo “si” o “no”.Il Decreto “Semplificazioni” (che contiene le prime misure per sbloccare le procedure per gli appalti) o la legge di bilancio 2020 sono state modificate solo dal Senato, e 630 deputati eletti dal popolo lo hanno solo visto passare e fare “ciao” dal finestrino. Questi sono solo i due esempi più recenti. Ma in questo modo, si mantengono solo i costi del bicameralismo paritario (centinaia di parlamentari che, a turno, sono perfettamente inutili) senza averne i benefici (ammesso che qualcuno consideri un beneficio avere due camere che fanno la stessa cosa). Si tratta di uno spreco di risorse pubbliche e di una mortificazione del parlamento, i cui membri, a turno, portano la responsabilità politica di un provvedimento senza però avere la possibilità di far qualcosa. E si tratta, soprattutto, di un cattivo modo di far funzionare le istituzioni della nostra Repubblica.

5) E QUINDI? E quindi la vera riforma istituzionale che serve a questo Paese è avere si 600 parlamentari, ma concentrati in una unica Camera. Per risolvere tutti i problemi sopra elencati.

6) E IL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE COSA FA? Lascia completamente intatto il bicameralismo paritario, ma taglia – a favor di social e telecamere – un po’ di parlamentari in entrambe le camere: 230 alla Camera (i cui membri diventano 400) e 115 al Senato (i cui membri diventano 200).

7) E PERCHÉ VOTI NO? Perché la riforma – come ho provato a spiegare – non solo non risolve il vero problema, ma lo renderà permanente. Infatti, se dovesse passare il Si, sarebbe praticamente impossibile in futuro abolire il bicameralismo paritario. Avendo infatti due camere – una di 400 e una di 200 membri – non si potrà mai abolire una delle due, perché si rimarrebbe completamente scoperti dal punto di vista della rappresentanza: una sola camera di 400 membri per 60 milioni di abitanti, infatti, non avrebbe pari in nessuna democrazia parlamentare.

8) E NON TI FIDI DI CHI DICE “Beh intanto iniziamo così, poi fonderemo le due camere in una sola”? No.

9) E NON TI CONVINCE CHI DICE “beh ma non è che si possono sempre bocciare le riforme costituzionali. Meglio una cattiva riforma che nessuna riforma!”? No. Io sono all’antica, preferisco le buone riforme.

10) E NON HAI PAURA CHE IL “NO” SIA IMPOPOLARE, PERCHÉ TANTO VINCERÀ IL SI? E TU AVRAI SOLO UN SACCO DI COMMENTI SOTTO A QUESTO POST IN CUI TI ACCUSERANNO DI DIFENDERE LA CASTA E VOLER MANTENERE LA TUA POLTRONA? No. In questo paese, soprattutto da una decina d’anni a questa parte, abbiamo sacrificato troppo quello che è giusto fare sull’altare dello slogan più popolare e demagogico. Abbiamo sacrificato troppo il coraggio sull’altare del conformismo cialtrone. Abbiamo sacrificato troppo la competenza sull’altare dell’ignoranza, e ne è derivato un drammatico calo della qualità dei politici.

È arrivato il momento di dire “no, adesso basta”.

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