La riforma Fornero è sempre rimasta in vigore.
Quota 100 era solo una finestra triennale – ingiusta e incredibilmente costosa – solo per chi aveva 62 anni di età e 38 di contributi, indipendentemente dal lavoro che faceva. Che facesse il minatore, o il grande dirigente ministeriale.
È stato un madornale errore averla fatta, un madornale errore averla mantenuta per tutti tre gli anni.
Non rinnovarla era davvero il minimo.
Sul tema, Italia Viva dice la stessa cosa da anni: occorre rendere strutturale (e, nel caso, allargare) la disciplina dell’Anticipo Pensionistico (Ape social e Ape volontaria), in modo da tutelare in modo permanente i lavori più deboli.
Perché un paese che ha consentito per decenni a milioni di persone di andare in pensione a meno di 40 anni (di età, non di contributi) non può permettersi di spendere decine di miliardi in più sulle pensioni, invece che sul lavoro.