Diverso tempo fa abbiamo posto una semplice domanda, a cui non è mai stata data risposta.
Il Governo italiano ha deciso di utilizzare circa 70 mld di prestiti del Recovery Fund in sostituzione di normale debito italiano. La motivazione di questa scelta è semplice: il debito italiano costa mediamente 0,59%, mentre i prestiti del Recovery hanno un costo zero o addirittura negativo. Il risparmio derivante consente di liberare nuove risorse da utilizzare nel bilancio pubblico.
Come potete leggere qui (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM:2020:408:FIN), i prestiti del Recovery Fund hanno molteplici condizionalita’ macroeconomiche e rigorosi controlli da parte delle istituzioni europee. A nostro parere, queste condizioni sono giuste, perché assicurano che ogni stato – non solo l’Italia – spenda queste risorse comuni (perché prese a prestito collettivamente dalle istituzioni europee) per gli scopi decisi insieme la scorsa estate, e non per altro.
I 36 miliardi di prestiti derivanti dalla linea pandemica del Mes, invece, non hanno condizionalita’ (se non l’utilizzo di quelle risorse per la sanità). Come potete verificare qui (https://www.consilium.europa.eu/…/20200508-pcs-term…).
La domanda quindi è molto semplice: perché non si vuole utilizzare uno strumento non-condizionato (i prestiti del Mes sanitario) per lo stesso identico scopo per cui si è scelto, invece, di utilizzare uno strumento condizionato (i prestiti del Recovery Fund)?
Se davvero si vuole dimostrare spirito costruttivo e rivolto unicamente all’ “interesse esclusivo della nazione”, si potrebbe iniziare ad esempio a rispondere a questa domanda.