In Italia ci sono 12 milioni di persone tra i 15 e i 34 anni di età.
Il 25% di costoro (3 milioni) non studiano, ne’ lavorano, ne’ sono impegnati in attività formative.
In pratica, non fanno niente.
È, di gran lunga, il dato più alto in Europa. La media è il 15%; la Germania è sotto il 10%.
Cosa ci dice questo spaventoso dato?
1) la relativa inefficacia delle politiche provate fino a questo momento, tra le quali probabilmente anche la mitizzata “Garanzia giovani”.
2) come si mantengono questi ragazzi? Ci sono solo due possibilità: o tramite l’economia sommersa/illegale, o tramite i risparmi di genitori e nonni. Che però non dureranno all’infinito.
3) questi ragazzi saranno forza-lavoro per i prossimi 30-50 anni. E saranno, quindi, una forza-lavoro svogliata e totalmente dequalificata. I danni di questo status-quo, quindi, si trascineranno per molti decenni.
4) assieme a debito pubblico, produttività e demografia, questo è probabilmente il quarto dei “grandi problemi italiani”, ai quali è ora di cominciare a dar risposta seriamente.
5) dei tanti possibili modi per aggredirlo, ve ne sono due probabilmente decisivi: l’investimento sugli Istituti Tecnici Superiori, e la riforma radicale della formazione professionale.