Il peso fiscale non va redistribuito ma ridotto

Intervista a Il Sole 24 Ore


«La pressione fiscale va spostata dai fattori produttivi, ma una mera redistribuzione sarebbe un’occasione persa perché il peso delle tasse va ridotto». Il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin (Iv) ha appena condotto in porto insieme al suo collega del Senato Luciano D’Alfonso la proposta parlamentare sulla riforma fiscale. E risponde così a chi obietta una certa indeterminatezza sulle coperture. 

Che significato ha l’accordo per il Parlamento?

Secondo me duplice. Da un lato, i partiti hanno dimostrato che nella politica italiana non deve necessariamente dominare la cultura dello slogan, della superficialità, della contrapposizione a priori; se vuole, la politica può essere una cosa seria, in cui si studia, si riflette e si decide. Dall’altro ha dato un primo segnale – da rafforzare – che il Parlamento, quando dimostra di essere all’altezza, può non essere solo un luogo dove si ratificano decisioni prese altrove.

Addio all’Irap, tagli Irpef, Iri. Non si rischia il classico libro dei sogni?

Il documento non è un collage di proposte eterogenee, ma un programma coerente che parte dal definire chiaramente obiettivi della riforma (crescita e semplificazione) e le caratteristiche strutturali del nuovo sistema (base imponibile e unità impositiva), per poi passare alle proposte concrete che devono attuare gli obiettivi enunciati. 

Dove si trovani le risorse?

A bilancio ci sono già 2 miliardi, certo non sufficienti. Vedremo innanzitutto se un’evoluzione più positiva del quadro macroeconomico renderà possibile l’emergere di nuove risorse. Poi bisognerà evitare di avvitarsi in un derby tra due posizioni secondo me ugualmente sbagliate: quella di chi pensa che la riforma debba avvenire a pressione fiscale costante, e chi pensa che debba essere fatta interamente in deficit. Nel documento siamo molto chiari: il peso fiscale va spostato dai fattori produttivi, i motori della crescita.

Ma questo obiettivo va compensato con aumenti a carico di altre platee?

Il peso fiscale deve spostarsi da ciò che fa crescita e sostenibilità a ciò che non fa né l’uno né l’altro. Ma indichiamo chiaramente l’obiettivo di riduzione della pressione fiscale, se necessario anche con un sentiero meno brusco di rientro dal deficit, seppur nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica.

L’Irap pagata dai soggetti non Ires rischia di venire caricata sulle imprese?

Si tratta di circa 3 miliardi. Non sapendo l’ammontare di risorse disponibili, ci siamo limitati responsabilmente a indicare di riassorbire anche questa quota nei tributi esistenti; ma se nell’ambito degli interventi sul lavoro autonomo si trovasse il modo di rendere questo uno sgravio netto, saremmo indubbiamente più contenti.

Sull’antievasione il direttore delle Entrate Ruffini ha sottolineato gli ostacoli della privacy.

La tutela della privacy è sacra, e ci richiamiamo espressamente alla normativa Ue. Ma tutela dell’interesse pubblico si manifesta anche con la piena funzionalità del “fisco elettronico”. Il sistema va ribilanciato in quello che definiamo nuovo Patto fiscale, anche incrementando le misure di sicurezza e limitando gli effetti automatici degli eventuali accertamenti. 

Come si affronta il problema riscossione? Per cancellare il “magazzino” dell’ex Equitalia è inevitabile una sanatoria?

Scriviamo chiaramente che la riscossione deve superare l’approccio giuridico-formale e virare verso una gestione pienamente manageriale e orientata alla massimizzazione del risultato. Un principio che se davvero tradotto in pratica potrebbe essere rivoluzionario. 

Si è parlato molto di patrimoniali, ma nella proposta non si trova nulla.

Nessuna forza politica ha proposto di aumentare il gettito delle imposte patrimoniali, che è già superiore alla media europea. Eravamo molto vicini a un accordo per riordinare il settore a parità di gettito, ma all’ultimo istante qualcuno non se l’è sentita. Personalmente ritengo difficile non riparlarne, magari con meno timore del titolo di giornale avverso.

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