Questo grafico (fonte Inps) è stato postato molte volte negli ultimi giorni, ma è talmente importante che vale la pena ribadire il concetto.
La linea verticale rossa che al centro segna la differenza tra il periodo in cui NON vigeva Quota 100 (a sinistra della linea) e quello in cui invece, a furor di populismo, fu introdotta (a destra della linea).
Nella parte alta del grafico vedete l’andamento delle assunzioni nette ( = assunzioni meno cessazioni).
Nella parte bassa del grafico vedete l’andamento dei pensionamenti.
Ora il grafico è facile da comprendere:
- prima di Quota 100 i pensionamenti erano stabili e le assunzioni nette crescevano.
- dopo Quota 100 le assunzioni nette sono state stabili e i pensionamenti sono cresciuti.
La promessa populista urlata a gran voce per anni (“con Quota 100 avremo tre nuovi assunti per ogni pensionato!”) è stata quindi una ennesima menzogna, e a certificarlo è l’INPS.
Vengono in mente le decine di dibattiti televisivi in cui molti di noi avvertivano che sarebbe finita così, subissati dagli insulti dei populisti (a volte tollerati col sorriso da conduttori compiacenti) e dalle shit-storm sui social, sapientemente coordinati.
Vengono in mente i milioni di voti carpiti da questa e da altre bugie populiste.
E viene in mente tutta la particolarità di un paese in cui è così facile “spararla grossa” (e farla pure diventare legge) tanto poi nessuno va a controllare che risultati ha avuto in concreto.
Come in quella vecchia pubblicità, “basta la parola”. Dei populisti.