Oggi funziona così.
Le cartelle del fisco possono essere rateizzate senza burocrazia solo se l’importo totale che devi allo Stato è inferiore a 60.000.
Per importi superiori, devi dimostrare di essere in difficoltà.
Ma magari succede che oggi sei in (relativa) salute, ma far fronte in un’unica soluzione ad un debito col fisco troppo elevato può comprometterti l’equilibrio economico-finanziario in futuro, o impedirti di fare gli investimenti che servono per crescere.
Molti piccoli imprenditori quindi hanno la scelta tra non pagare, o portare i libri in tribunale.
Ma nessuna di queste due opzioni è utile al Paese.
Allo stesso tempo, se salti 5 rate perdi il beneficio. Ma se poi ti rimetti in regola, puoi ricominciare tranquillamente. Questo crea l’incentivo ad un comportamento opportunistico: smetto di pagare e metto da parte i soldi, poi se mi beccano glieli pago e ricomincio daccapo, tanto non succede niente.
ItaliaViva propone due cambiamenti:
1) raddoppiamo il limite (da 60.000 a 120.000), ma PER SINGOLA CARTELLA (e non come importo totale). In questo modo le piccole imprese potranno rateizzare in modo automatico importi anche abbastanza rilevanti.
2) portiamo da 5 a 8 il numero di rate che puoi saltare. Ma superate quelle, perdi per sempre il beneficio.
Presenteremo questo emendamento nella conversione del DL Aiuti alla Camera, e chiediamo alle altre forze politiche di sostenerlo.
In tema di fisco, non dobbiamo necessariamente scegliere tra chi considera tutti evasori e chi vuole solo fare condoni tombali.