Intervista a cura di Annalisa Cangemi per Fanpage.it
Luigi Marattin (Italia viva), in un’intervista a Fanpage.it, dice che con la crisi di governo e le dimissioni di Mario Draghi l’Italia non riuscirà a rispettare gli obiettivi del Pnrr al 31 dicembre, “pertanto perderà la rata di circa 20 miliardi. Con anche un leggero rischio, a mio modo di vedere, che ad essere compromesso sia l’intero Pnrr”.
Il governo Draghi è finito. Questa mattina il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha preso atto delle dimissioni presentate dal presidente del Consiglio, e ha convocato nel pomeriggio i presidenti di Camera e Senato, per poi sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Si vota in autunno quindi, da questo momento in poi il premier dimissionario potrà occuparsi solo del disbrigo degli affari correnti, garantendo quindi la continuità dell’azione amministrativa del governo. Abbiamo chiesto a Luigi Marattin (Italia viva) quali potranno essere le ripercussioni per l’attuazione del Pnrr, che prevede entro la fine del 2022 il raggiungimento di 55 obiettivi.
Draghi si è dimesso e Mattarella scioglierà le Camere. Di chi è la ‘colpa’ di questa crisi?
Mai come in questo caso è evidente: dei due populismi con cui questa legislatura è nata. Quello del M5S e quello della Lega, che in ultimo ha finito per assorbire anche Forza Italia, in un suicidio dei moderati di centrodestra che verrà ricordato negli annali della politica.
Si aspettava quest’esito?
Lo temevo fin da ieri mattina, quando ho visto le reazioni di quei partiti al discorso di Draghi in Senato.
Draghi ha sbagliato secondo lei a non tentare un’altra mediazione in extremis e a non tendere la mano al centrodestra?
Non credo abbia molto senso interrogarsi a posteriori su se tutto sia stato perfetto al 100%, al 99% o ad ogni altra percentuale. Temo infatti che qualsiasi cosa Draghi avesse fatto, i due populismi avrebbero comunque agito in quel modo.
Quali sono le riforme che potrebbero saltare?
Non so ancora che decisioni prenderà il Presidente della Repubblica in merito alla tipologia di governo che ci dovrà condurre alle elezioni, ma è evidente che in caso di voto autunnale le conseguenze sarebbero almeno tre: 1) non sarà possibile fare una legge di bilancio “classica”, pertanto si perde l’opportunità di una manovra espansiva 2) decadono alcune riforme strutturali che erano ad un passo dall’approvazione: dalla delega fiscale alla giustizia civile, dalla giustizia tributaria alla concorrenza, passando dalla riforma del codice degli appalti. 3) come conseguenza del punto precedente, il Paese non avrà modo di rispettare gli obiettivi del Pnrr al 31 dicembre, pertanto perderà la rata di circa 20 miliardi. Con anche un leggero rischio, a mio modo di vedere, che ad essere compromesso sia l’intero Pnrr.
Cosa significa per il Paese affrontare una campagna elettorale in questo momento?
Non bisogna mai avere paura delle elezioni. Non solo sono un appuntamento rituale in democrazia, ma sono anche il più bello e solenne. Si ridà la parola al popolo sovrano, che potrà finalmente giudicare gli avvenimenti di questi anni e decidere di conseguenza. Dopodiché nella risposta precedente ho già sottolineato le conseguenze che derivano dall’aver voluto – probabilmente – anticipare all’autunno il voto originariamente previsto per la prossima primavera.
Sono a rischio gli aiuti per le famiglie contro l’inflazione?
Il governo Draghi aveva già annunciato un secondo DL Aiuti per la fine di questo mese, con almeno 10 miliardi di ulteriori aiuti a famiglie e imprese. È evidente che ora salta. Mi auguro che i partiti che ci hanno portato a questo ne siano consapevoli, ma probabilmente neanche lo sono.
L’Italia ne esce indebolita anche sul piano internazionale. Ci saranno ripercussioni sulle trattative per ottenere nuove forniture di gas o nelle trattative a livello europeo per introdurre un tetto al prezzo del gas?
Mario Draghi era il principale sostenitore dell’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas e di una riforma sostenibile delle regole fiscali europee. Ora entrambe queste partite cruciali, nelle prossime settimane, verranno discusse senza di lui. Difficile immaginare un atto di masochismo collettivo più grande.
Le elezioni anticipate ormai sono un fatto. Renzi ieri ha detto che ‘l’area Draghi’ c’è. Avrete contatti anche con i ministri Gelmini e Brunetta?
Abbiamo contatti con tutti coloro che vogliono dire agli italiani chiaro e tondo che il populismo e il sovranismo devono essere sconfitti una volta e per tutte, perché hanno provocato a questo paese danni incalcolabili. Ci presenteremo agli italiani con una squadra unita e una proposta politica in continuità con il servizio che Mario Draghi ha reso al paese in questi 18 mesi. Quello che M5S e Lega (e ahimè Forza Italia) hanno fatto ieri deve essere l’ultimo danno che il populismo ha fatto all’Italia. L’ultimo di una lunga serie.