L’esempio più fulgido di come la politica (per qualcuno) sia diventata niente più che un marketing di quarta mano.
Durante la campagna elettorale del 2018 la Lega si inventò uno slogan di successo: flat tax.
Che vuol dire una sola cosa: un’aliquota unica, su tutti i livelli e tipologie di reddito.
E promise di realizzarlo se fosse andata al governo.
Dopo quelle elezioni, la Lega andò al governo.
Ma invece di realizzare quella proibitiva promessa, si limitò a estendere a 65 mila euro il regime forfettario per gli autonomi (che nel 2014 Renzi aveva già portato ad un limite di 30 mila o 40 mila a seconda delle professioni).
Di flat tax non se ne parlo più per anni. Fino al momento della convocazione dei comizi elettorali, nell’agosto scorso.
Quando, come per magia, ecco di nuovo la proposta-shock: facciamo una flat tax, per tutti i livelli e le tipologie di reddito.
Il centrodestra ha vinto le elezioni. E qualche italiano (di quelli che ancora credono alle favole) ora si aspetta che la prossima dichiarazione dei redditi sia la più semplice del mondo: applico l’X% al mio reddito, e quelle sono le tasse da pagare.
È la volta buona quindi?
Macché. Se la volta scorsa la scappatoia per dire di aver comunque fatto qualcosa di “flat” (oltre a….vabbè lasciamo stare) fu la semplice estensione di un regime già esistente da vent’anni, ora parliamo di “flat tax incrementale”.
Di che si tratta?
Una aliquota sostitutiva temporanea (solo di 12 mesi) per gli incrementi di reddito realizzati rispetto allo scorso anno.
In pratica, se quest’anno guadagno 10.000 euro in più dello scorso anno, quei 10.000 mi sono tassati al 15%, e non all’aliquota marginale Irpef.
Come già esposto in campagna elettorale, si tratta di poco più di una truffa.
I lavoratori dipendenti non hanno rilevanti fluttuazioni di reddito da un anno all’altro (a parte i premi di risultato, che entro certi limiti sono già tassati al 10%).
I lavoratori autonomi sotto i 65 mila euro di fatturato, non se ne fanno nulla della flat tax incrementale, perché sono già tassati al 15% su tutto il loro reddito imponibile (e non solo sugli incrementi).
E il centrodestra ha già detto che estenderà a 100.000 il limite del regime forfettario, quindi la platea dei possibili effettivi beneficiari della “flat tax incrementale”praticamente si azzera.
Rimarranno, forse, solo i lavoratori autonomi che fatturano più di 100.000 euro,e avranno tra l’altro un forte incentivo a comportamenti elusivi:
in un dato anni avranno incentivo, infatti, a.. dimenticarsi qualche fattura, in modo da avere l’anno successivo un incremento più consistente di reddito, sottoposto a tassazione agevolata. E questo yo-yo può continuare all’infinito, aggiungendo complicazione e poca trasparenza ad un sistema fiscale che invece avrebbe bisogno dell’esatto opposto.
In conclusione:
la flat tax incrementale sarà una misura che costerà pochissimo, ma proprio perché nei fatti non riguarderà nessuno. È consentirà al centro-destra di dire “Visto? Ho iniziato a fare la flat tax”. Lo stesso trucco che usò la Lega nel 2018.
C’è da scommettere che tra 5 anni, appena convocati i comizi elettorali, sentiremo nuovamente parlare di flat tax per tutti.
Bisogna solo capire, se quei partiti poi andranno al governo, che cosa si inventeranno per prendere per la terza volta in giro gli elettori.