Dei tanti provvedimenti economici (finora solo annunciati) dal governo, ce ne sono due in particolare che non hanno alcun senso.
Proviamo a spiegare perché, e a fare un appello: una volta tanto, facciamo prevalere la ragione sugli slogan.
Il primo, ribadito poco fa ad Agorà Giovanni Donzelli, è “faremo pagare meno tasse alle aziende che, a parità di fatturato, impiegano più personale”.
Facciamo un esempio: l’azienda A e l’azienda B fatturano entrambe 100.
Ma mentre l’azienda A impiega 10 lavoratori, la B ne impiega 20.
Le implicazioni immediate sono due: l’azienda B è meno produttiva (perché fattura lo stesso ammontare ma col doppio di forza-lavoro) e o ha meno risorse per investire o paga un salario più basso ad ogni lavoratore.
Eppure è questa l’azienda ad essere favorita dal governo, e a pagare meno tasse.
L’obiezione è: “ma così l’azienda A – che ha solo 10 lavoratori – sarà incentivata ad assumere di più”.
Ma non è così.
Perché nessuna azienda è disposta a diventare meno produttiva (o investire meno o pagare meno il singolo lavoratore) in cambio di un piccolo sconto fiscale.
Facciamo una controproposta: raddoppiamo il taglio del cuneo contributivo fatto nel 2020 dal governo Draghi, per tutte le aziende e per i lavoratori con reddito medio-basso.
Ora passiamo alla seconda proposta senza senso annunciata dal governo.
La “flat tax incrementale”: se nel 2023 guadagno più del massimo che ho guadagnato nel triennio 2020-2021-2022, sull’eccedenza pago un’imposta sostitutiva del 15%.
Si tratta di una misura completamente inutile, se non dannosa. Vediamo perché.
I lavoratori dipendenti non hanno grandi fluttuazioni da un anno all’altro, che sarebbero invece necessarie per avvertire realmente l’effetto di una detassazione. In più entro certi limiti i premi di produttività sono già detassati, e addirittura al 10%.
E gli autonomi?
Fino a 65 mila sono già tassati al 15% su tutto il loro imponibile, quindi per loro è completamente inutile. E il governo ha annunciato di voler alzare questa soglia fino a 100 mila, quindi allargando la platea di autonomi che non sarebbero toccati dalla flat tax incrementale.
Ma anche se queste considerazioni non esistessero, una norma di questo tipo creerebbe un formidabile incentivo a… smettere di fatturare verso fine anno, in modo da far artificialmente risultare più alto il fatturato dell’anno seguente. Aggiungerebbe complicazioni, e basta.
Ad un sistema fiscale, quello italiano, che invece ha un dannato bisogno di semplificazione. Come avevamo provato a fare con la delega fiscale, che però è stata affossata sul traguardo proprio dal centrodestra.
Anche qui facciamo una controproposta, che dettaglieremo meglio nei prossimi giorni: concentriamo le risorse sui giovani che entrano nel mercato del lavoro, che hanno salari troppo bassi per poter iniziare a costruirsi una vita.
In conclusione. Molte delle misure economiche annunciate dal governo Giorgia Meloni sono estremamente dubbie. Ma due di queste (quelle discusse in questo thread) sono prive di alcun senso. Facciamo appello agli uomini e alle donne di buona volontà.