Un post per alimentare un dibattito costruttivo
Qui il Ministro dice 3 cose: 1) all’epoca del “whatever it take” di Draghi la situazione economica era migliore di oggi 2) se non ci fosse stato aumento di inflazione e tassi si sarebbe potuto spendere di più 3) le scelte della Bce amplificano la crisi. Vediamole una ad una.
1) il “whatever it takes” è del luglio 2012. Quell’anno il Pil reale italiano diminuì del 2,8%; l’anno seguente diminuì del 1,8%. Quest’anno invece aumenterà di circa il 4%, e l’anno scorso è aumentato del 6,7%. Come si può dire che la situazione era migliore allora?!
2) se non ci fosse stata l’inflazione, le entrate nominali sarebbero state meno “gonfiate” e il governo (incluso quello Meloni) non avrebbe potuto spendere nel 2022 le decine di miliardi che invece ha speso contro il caro-energia. Ma il punto è ben altro: l’inflazione non l’ha creata la Bce, semmai lei ha il fondamentale compito di ridurla, alzando i tassi di interesse (vedi punto seguente). In nessun caso quindi si può “maledire” la Bce per aver creato inflazione e – come necessaria risposta – il rialzo dei tassi.
3) aumentare i tassi di interesse a seguito di un aumento dell’inflazione non è sadismo di una banca centrale: è il suo dovere, sancito da decenni di teoria e pratica economica. Anche se – come accade in Europa – lo shock origina dal lato dell’offerta (e non della domanda) la banca centrale deve alzare i tassi per evitare il “disancoraggio” delle aspettative di inflazione. Vale a dire, se chiunque ha il potere di fissare i prezzi dei beni e servizi (imprese, sindacati) si convince che l’inflazione sarà permanentemente al 9%, inizierà a fissare i propri prezzi con un aumento di almeno il 9%. Così facendo, contribuisce a rendere l’inflazione permanente. Per tenere ancorate le aspettative di inflazione al 2% (come da mandato) la Bce alza i tassi. Un meccanismo spiegato centinaia di volte solo quest’anno.
L’intervista prosegue, e il ministro fa altre 2 affermazioni sconcertanti: 4) vabbè, vada per il rialzo dei tassi, ma interrompere l’acquisto di debito pubblico proprio no eh! 5) è sbagliato che organismi indipendenti come la Bce incidano sulla vita dei cittadini.
4) l’acquisto di debito sul mercato secondario è una misura eccezionale di politica monetaria, che è stata introdotta nel decennio scorso dopo la Crisi Finanziaria (“non-conventional monetary policy”). È stata mantenuta per anni nel tentativo di scongiurare la deflazione e di raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2%, che pareva inarrivabile. A questo fine si è tollerata l’anomalia temporanea di comprare debito pubblico con moneta stampata. Ma quando l’inflazione raggiunge le due cifre, è evidente che ad essere fermato per primo debba essere l’intervento eccezionale ( = l’acquisto di debito) per poi procedere allo strumento ordinario ( = l’aumento dei tassi). Ed è ciò che hanno fatto le banche centrali di tutto il mondo. Perciò dire che “vabbè se vuoi i tassi alzali pure ma continua a comprare debito” tradisce la vera anima populista: quella di chi vuole fare tutto il deficit che vuole, tanto c’è la Banca centrale che stampa moneta e se lo compra. Una illusione che, da Weimer fino al Venezuela, ha fatto danni epocali in tutto il mondo.
5) le banche centrali furono rese indipendenti molti decenni fa, e non per caso. Ma perché la ricerca economica (furono dati un paio di premi Nobel al riguardo) aveva scoperto che solo così si riusciva ad avere la credibilità necessaria per sradicare l’inflazione, che negli Anni 70 aveva imperversato falcidiando i redditi dei più deboli. In tutto il mondo le banche centrali sono indipendenti dal potere politico. E lascia oggettivamente senza parole che un ministro in carica rispolveri il peggior armamentario populista in materia.
Concludo con due speranze. Che sia possibile che esperti del settore partecipino al dibattito, in modo da arricchirlo e qualificarlo. E che le posizioni estreme e populiste non prendano il sopravvento: perché mi sembra proprio quello che accade in questo governo.