Cronaca di uno strano episodio oggi alla Camera.
Oggi alla Camera era una giornata teoricamente molto tranquilla.
Questa mattina discuteva un provvedimento che aveva il consenso unanime (la rituale istituzione, come avviene da molti decenni, della Commissione anti-mafia), il clima tra i deputati era sereno, era probabilmente l’ultimo o il penultimo giorno di lavoro prima della rituale sospensione prima delle consultazioni elettorali.
Ad un certo punto chiede la parola Giovanni Donzelli, esponente di primissimo piano di Fratelli d’Italia e vice-presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir).
Prima non vi era stato alcun intervento polemico o provocatorio dell’opposizione, niente che potesse in alcun modo provocare una reazione.
Nel suo intervento Donzelli ha fatto un’affermazione inqualificabile: poiché nei giorni scorsi quattro parlamentari della Repubblica – in esercizio di una loro prerogativa – hanno ritenuto opportuno far visita in carcere ad Alfredo Cospito (l’anarchico attualmente in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41-bis), Donzelli ne ha approfittato per adombrare in maniera esplicita una possibile vicinanza dei suddetti parlamentari (e del loro schieramento) alla mafia e al terrorismo.
Non c’è alcun bisogno di sottolineare la schifezza di tale affermazione.
Come già detto, poter entrare in ogni momento nelle carceri non è solo un diritto dei parlamentari, ma un dovere. Almeno se si crede nella celebre frase di Voltaire (“il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”).
E farlo, ovviamente, non significa in alcun modo dimostrare vicinanza o – figuriamoci – condivisione dei reati (spesso terribili, come in questo caso) per cui sono stati condannati gli individui a cui si fa visita.
Le parole di Donzelli hanno provocato una indignata reazione di tutte le opposizioni, è un imbarazzato silenzio di tutto il resto della maggioranza.
Da più parti si è chiesto a Donzelli di, semplicemente, scusarsi per aver esagerato. Pur ribadendo magari il punto politico – legittimo – di contestazione delle azioni o posizioni politiche di altri partiti, senza tuttavia accomunarli a mafiosi e terroristi.
Non solo Donzelli non si è scusato, ma lui e alcuni suoi colleghi di partito (compreso il capogruppo) hanno nelle ore successive rivendicato quanto detto, attaccando violentemente l’opposizione.
Per quanto vergognoso sia quanto finora esposto, il “bello” deve tuttavia ancora venire.
Nel suo intervento Donzelli dice anche altro.
Dice che nei giorni scorsi il detenuto Alfredo Cospito ha avuto occasione di interloquire con altri detenuti al 41-bis: un boss della ndrangheta e uno della camorra. Che gli avrebbero manifestato solidarietà nella sua battaglia, incitandolo ad andare avanti nel comune intento di abolire il 41-bis e l’ergastolo ostativo.
Nel corso del dibattito parlamentare a Donzelli è stata fatta la più semplice delle domande: e tu come fai a saperlo?!
A quel punto Donzelli si è alzato in piedi e ha detto: “no tranquilli, non l’ho saputo in virtù del mio ruolo come vice-Presidente del comitato di controllo sui servizi segreti. L’ho saputo leggendo le relazioni al ministero della Giustizia, che sono a disposizione di ogni parlamentare per libera consultazione”.
C’è solo un piccolo problema: nessun parlamentare ha diritto di accedere alle relazioni che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria manda periodicamente al ministero della Giustizia, in cui – a volte – sono contenute conversazioni tra detenuti orecchiate dagli agenti di polizia penitenziaria o ottenute tramite intercettazioni ambientali dell’autorità giudiziaria (facendo finta, tra l’altro, di dimenticare il punto fondamentale: i detenuti al 41-bis non possono comunicare tra loro).
Quindi le domande diventano due:
1) come ha fatto Donzelli a venire a conoscenza di queste delicatissime informazioni riguardo la saldatura tra anarchici e criminalità organizzata, che presumibilmente sono anche parte di indagini in corso?
2) che cosa esattamente gli deve essere passato per la testa per alzarsi e dire una palese bugia che sapeva benissimo sarebbe stata smascherata pochi istanti dopo?
Una brutta giornata, insomma.
Per Giovanni Donzelli, un personaggio a cui piace molto fare show e provocare, ma che tuttavia nessuno pensa(va?) essere un completo stupido. E, probabilmente, non solo.