Intervista con C. Bozza per Il Corriere della Sera del 19 maggio 2023
Iv e Azione di fatto hanno già divorziato. Perché lei si ostina a mediare?
«Siamo stati eletti sulla base di un progetto, quello di un partito riformista e liberale che rifiuti populismi e sovranismi. E a quello abbiamo lavorato in questi mesi in Parlamento e nel Paese. C’è la domanda nella società, sui territori esiste una comunità che ci crede. Non vedo motivi politici per non continuare a costruire».
Avevate generato molte aspettative, ma i risultati sono molto negativi…
«I risultati col tempo arrivano, se si inizia un cammino serio e coerente e si torna a partiti con leader, ma non personali. Lo spazio c’è. Chi conosce la società italiana sa benissimo che non si rassegnerà a scegliere tra il partito della Cgil e un populismo conservatore».
La verità è che il Terzo polo sta naufragando per mera incompatibilità di carattere Ira i due leader.
«No, credo che alcune persone non si fidavano le une delle altre. E senza fiducia non si fa nulla nella vita. Ma c’è una gran parte del gruppo dirigente (per non parlare delle comunità locali) che invece ancora si fida. E sono pronti a riprendere il cammino, partendo dal mantenimento dei gruppi unici in Parlamento. Non sono pedine, ma coprotagonisti di un progetto politico, assieme ai due milioni e mezzo di voti che abbiamo preso».
Pur con profondi distinguo, avete aperto sulle riforme del governo. Un punto per ricucire?
«Sui contenuti non trova una differenza tra Azione e Iv neanche se la cerca con il lanternino. Il che la dice lunga sulla follia di quanto sta accadendo. Smettiamola con gli attacchi personali e le ripicche e prendiamo l’impegno di costruire una lista alle Europee di tutti i liberal-democratici italiani, nella autonomia dei singoli soggetti. È ora di prendersi la responsabilità delle scelte che si compiono. Tutti».