In questi giorni il governo Meloni – sostenuto in questo da Pd, M5S e Alleanza Verdi-Sinistra – è impegnato in una dura battaglia a livello Ue: ottenere l’ennesimo rinvio della liberalizzazione completa del mercato dell’energia elettrica e del gas.
Ad oggi, due terzi delle famiglie sono in regime di libero mercato.
Un terzo è ancora in regime di “maggior tutela”: cioè per loro le tariffe sono decise dall’Autorita’ di Regolamentazione.
La fine del regime transitorio di maggior tutela è stata già prorogata molte volte. Perché i maggiori partiti italiani possono litigare su tutto, tranne su una cosa su cui sono sempre d’accordo: meno concorrenza c’è in Italia, meglio è.
La comunità politica dei liberal-democratici italiani invece è convinta dell’esatto opposto.
Ed è in questo sostenuta dai dati (fonte Arera): finora i prezzi di aggiudicazione delle aste del libero mercato sono generalmente stati più bassi rispetto ai prezzi di maggior tutela; così come durante la crisi del gas milioni di famiglie si sono salvate perché avevano già sottoscritto contratti a prezzo fisso.
Perché di solito questo è quello che il mercato e la concorrenza fanno: abbassano i prezzi per i consumatori e – tramite la lotta tra operatori in competizione tra loro – aumentano sia quantità e qualità del prodotto.
Noi speriamo che il governo – e la sinistra che su questo lo sostiene – perdano il confronto in atto con la Ue, che giustamente ricorda come questo sia uno degli obiettivi del Pnrr (ma viene da chiedersi…qualcuno lo aveva letto sto Pnrr?!?!).
E che non ci sia nessuna proroga dell’avvio completo della liberalizzazione del mercato. Perché è nell’interesse dei consumatori.