La mia intervista con Serena Riformato per la Stampa del 23 settembre 2024
“La verità è che il concordato, così com’è rischia di essere un flop”. Luigi Marattin Professore di Economia all’Università di Bologna e deputato passato da poco da Italia Viva al gruppo misto, più che un eccesso di generosità fra questo governo e i contribuenti, vede un difetto di competenza nel modo in cui sono pensati i provvedimenti in materia fiscale.
Al Senato la maggioranza ha presentato un emendamento per permettere a chi aderisce al concordato preventivo di non ricevere controlli sul passato. Basterà pagare fra il 10 e il 15 per cento della differenza fra quanto dichiarato e quanto evaso. È un condono?
“Se lo scopo è incentivare l’adesione al concordato servono solo due cose. La prima è assicurare due anni senza controlli fiscali e che ogni ulteriore euro di fatturato rispetto a quanto concordato sarà esentasse. La seconda è garantire la certezza che chiunque non aderirà alla proposta del fisco subirà un controllo. La prima cosa l’hanno fatta, si guardano bene di fare la seconda. Ma finché sarà così non sarà attrattivo perché un evasore non ha per definizione interesse a pagare spontaneamente di più.”
Non le sembra un condono, quindi?
“Non mi piacciono le semplificazioni da tifoserie. Di certo perdonare gli errori passati per incentivare un buon comportamento futuro non ha alcun senso, oltre a essere l’ennesimo incentivo non pagare le tasse.”
Non è già abbastanza generoso il concordato preventivo?
“Al momento il 69,7% dell’Irpef da lavoro autonomo viene evasa. Chi ha urlato allo scandalo col concordato deve spiegarmi perché, anche quando governava, questo particolare tipo di evasione è sempre aumentato, anche negli anni – dal 2014 al 2021 – in cui l’evasione è in media diminuita del 25%. Quindi l’idea di un concordato andava anche bene. Ma andava fatto nel modo in cui ho detto.”
Ci sono stato una ventina di condoni dall’inizio del governo. La maggioranza ha il pugno duro sui blocchi stradali, la cannabis, le occupazioni, le madri detenute. La lista sarebbe lunga. Mai con gli evasori?
“Le misure necessarie a contrastare l’evasione sono altre. La prima è aumentare l’efficacia della riscossione coattiva, che in Italia è in pratica una barzelletta: anche quando scovi un evasore, non riesci quasi mai a recuperare automaticamente il dovuto. La seconda è instaurare un meccanismo obbligatorio (e non facoltativo come ora) per cui ogni euro recuperato dall’evasione va a ridurre le tasse. E la terza è una drastica semplificazione del modo in cui si pagano le tasse in Italia. Questo governo sta provando a fare solo la terza, e anche in modo piuttosto blando.
Ha capito come sarà questo contributo per le banche allo studio del governo?
“No. Spero che almeno evitino la pagliacciata dell’anno scorso, in cui la premier al Tg1 si vantava di aver avuto il coraggio di far pagare le banche negli stessi minuti in cui la maggioranza presentava l’emendamento per cui le banche potevano scegliere se pagare la tassa o no. Un’opportunità che vorrei fosse data a tutti i cittadini.”
Ma le banche che interesse avrebbero a versare un contributo volontario?
“Parte dell’extra-gettito di quest’anno è dovuto alle imposte che ha versato il sistema bancario. Se le vogliono aumentare lo dicano chiaramente, senza nascondersi. Io continuo a pensare che in Italia prima di aumentare di un solo euro le tasse a chiunque, occorra fermare il treno impazzito della spesa pubblica.”