la mia intervista del 23 novembre 2024 per Giorno – Carlino e Nazione con Alessandro D’Amato.
Onorevole Marattin, la Milano oggi si apre un percorso costituente per un’area Libdem di centro. La prima domanda è la più ovvia: visto come hanno risposto gli elettori alle precedenti proposte, è sicuro che ce ne sia bisogno? Perché?
Un pezzo di paese non si riconosce né nel centrosinistra a trazione Landini-Conte-Schlein, né nel centrodestra a trazione Meloni-Salvini e ha smesso di votare e di interessarsi alla politica. I precedenti tentativi sono falliti perché o di matrice democristiana (e la necessità storica della DC è finita col crollo del Muro) o perché erano incentrati su due partiti personali, i cui ego hanno distrutto un progetto politico che invece era valido.
Sui giornali la definiscono “il nuovo demiurgo del centro” e dicono che lei vuole riunire Italia viva e Azione. Sarà il sindaco Beppe Sala il nome giusto per federare? Che differenza ci sarà tra il suo movimento e quello incentrato sulla figura dei due leader?
Iv e Sala hanno scelto un altro campo da gioco, il centrosinistra. Azione è rimasta nell’area liberaldemocratica, e sta per fare uncongresso tra due prospettive diverse. Noi non vogliamo fare l’ennesimo partitino ma creare le condizioni affinché tra tre anni tutti coloro che credono in un’Italia liberal-democratica e non si riconoscono nei due poli possano stare in uno stesso grande partito unitario, con una leadership contendibile. Quanto a me, sto solo cercando un partito da poter votare con convinzione. Se le cose rimangono così, andrò a ingrossare le fila degli astensionisti.
Cosa c’è che non va nel governo Meloni? Pensa di poter portare Forza Italia nella sua battaglia facendo leva sulle contraddizioni della destra sovranista?
Meloni ha fatto una buona legge di bilancio, perché contraddice(su Pos, pensioni, spesa pubblica, ambiente) tutto quanto prometteva in campagna elettorale. Se fa sei modifiche importanti la voto pure. Quanto a Forza Italia, nei prossimi tre anni deve scegliere se continuare a fare la faccia presentabile ma ininfluente dei sovranisti, oppure far nascere un nuovo quadro politico dove far prevalere libertà, opportunità, concorrenza, integrazione europea e riduzione del perimetro dello Stato
Lei spesso spiega perché non è possibile a oggi un’alleanza con il Pd. Ci può dire invece a quali condizioni politiche e programmatiche sarebbe possibile?
Vale, specularmente, il discorso precedente. Il Pd ha virato verso la sinistra massimalista e populista a trazione Cgil. Ora raccoglie le firme per abolire il Jobs Act e parla di patrimoniale. Impossibile quindi costruire con loro un progetto di governo di cui l’Italia ha bisogno per adeguarsi al mondo globalizzato. E in generale, credo che le tante persone ragionevoli debbano smettere di coltivare l’illusione di moderare i populismi e sfruttare i loro voti. L’unica cosa che destra e sinistra sanno fare col populismo è diventarne preda. Per battere i populisti serve il partito liberal-democratico, e da oggi iniziamo a costruirlo.