la mia intervista del 4 settembre 2024 con Alessandro D’Amato per il Giorno – il Resto del Carlino – la Nazione
Onorevole Luigi Marattin, deputato di Italia viva, il M5s ha accettato di sostenere Andrea Orlando in Liguria, dove lv divide il campo largo. Se lei fosse il segretario del Terzo Polo riunito chi sosterrebbe?
«Difficile dirlo nel momento in cui una delle due parti non ha ancora scelto il candidato. Ma Andrea Orlando, persona stimabile, rappresenta una sinistra molto lontana da una sensibilità liberal-democratica, per cui se fossi ligure non lo voterei. Lo pensava anche tutta lv, fino a poche settimane fa. Si diceva che contro di lui Toti avrebbe vinto persino dai domiciliari».
Lei ha detto di non credere al campo largo a livello nazionale. Perché?
«Non credo nelle coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto e che stanno insieme solo per non far vincere l’avversario. Le abbiamo viste già nel 1996 e nel 2006, ed entrambe le volte sono collassate. E l’attuale campo largo, dominato da una logica statalista e anti-mercato, cerca di tenere insieme persone che la pensano in modo radicalmente opposto praticamente su tutto».
Quale potrebbe essere allora l’alternativa?
«Continueremo a lavorare alla creazione di un partito liberaldemocratico e riformatore, che sia autonomo dai due poli. Un partito dalla sicura collocazione atlantica, garantista, a favore di meritocrazia e pari opportunità, mercato e concorrenza. Ne parlo nel mio libro (La Missione Possibile) in uscita il 13 settembre».
Il congresso di Italia viva non ci sarà: mettersi contro il leader di un partito personale non è una battaglia inutile?
«Le battaglie per ciò in cui si crede – e non solo per convenienza o tatticismo esasperato – non sono mai inutili. Sul congresso, si è ritenuto non opportuno sottoporre a discussione la decisione del leader e nei prossimi giorni ne trarremo le inevitabili conseguenze. Poi sono ancora sotto choc dal vedere, tutti i giorni, un esponente di lv chiedere se per favore si può entrare nel campo largo. E vedere loro rispondere di no, che prima di farlo devono abiurare tutto ciò che ha costituito per un decennio la cifra del renzismo».
La sua guerra con la base di lv invece come procede?
«Alcuni usano metodi grillini, a quanto pare qualcuno ha adottato il motto “se non puoi batterli, diventa come loro”. Ma il tempo delle polemiche è finito. Ora bisogna ricominciare a costruire. Archiviando per sempre la stagione dei partiti personali».