Marattin: “Produrre in Italia costa di più per l’energia. Come nel 1993, serve una nuova politica dei rettiditi”

La mia intervista a La Stampa del 15 ottobre 2024

Dopo aver abbandonato Matteo Renzi e Italia Viva, Luigi Marattin ha deciso di animare un nuova associazione, “Orizzonti Liberali” che si riunirà il 23 e il 24 novembre per una sorta di costituente. È l’unico parlamentare che la scorsa settimana, davanti al numero uno di Stellantis Tavares, non ha contestato le ragioni dell’azienda sugli investimenti italiani.


Marattin, in fondo non è compito della politica provare a convincere le grandi imprese a investire in un Paese?

“L’obiezione fatta a Tavares è: devi investire nell’auto in Italia indipendentemente dalle condizioni di competitività. Peccato ci abbia detto due cose. La prima: produrre l’auto elettrica in Europa costa il 40% in più di una a motore a combustione interna. La seconda: che sia elettrico o combustibile, produrre in Italia costa più che in molti altri Paesi europei”.


Dunque?

“Invece di negare il problema, occorrerebbe affrontarlo. È evidente che non c’è un problema di costo del lavoro, ma invece – enorme – dei costi dell’energia. E mancano certezze normative e fiscali per chi investe. Invece di fare il coro contro il capitalista che sfrutta, penserei a questo”.

E’ favorevole ad incentivi come in passato?

“In audizione sono stato molto chiaro. La spesa pubblica nei prossimi quattro anni dovrà crescere quattro volte meno di quanto è cresciuta negli ultimi trent’anni. Anche volendo, i soldi non ci sono”.

Ne fa esclusivamente una questione di principio?

“Vorrei qualcuno ammettesse che gli investitori non scelgono sulla base di quel che la politica gli chiede di fare. In un mercato globale come quello dell’auto è impensabile”.


Però se guardiamo al puro interesse nazionale qualcuno potrebbe obiettare che nel capitale di Stellantis c’è lo Stato francese, non quello italiano.

“Lo Stato in passato è stato più spesso un problema che una soluzione. Quando il governo francese disse a Tavares di produrre di più in Francia per via di quella quota, la risposta è stata “non posso fare progetti anti-economici”. Tavares risponde ad azionisti, i quali a differenza dello Stato, ci mettono soldi propri e non del contribuente”.

Che soluzione propone per salvaguardare il mercato dell’auto in Italia?

“Nel 1993 si fece la politica dei redditi, mettendo tutti al tavolo per uscire dalle secche della svalutazione monetaria. Abbiamo bisogno di qualcosa di simile”.

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