Pochi giorni fa lo Zambia – uno dei paesi africani che sono cresciuti di più ultimamente (dal 2005 al 2015 l’economia è raddoppiata) – è andato in default.
Com’è possibile che un’economia che ha sperimentato una crescità così impetuosa si sia trovata nelle condizioni di non riuscire a pagare i propri debiti?
La ragione è piuttosto semplice.
Trainati dall’entusiasmo per la crescita-record (basata soprattutto sulla forte domanda mondiale di rame, di cui lo Zambia è tra i primi produttori), i policy-makers negli anni scorsi si sono gettati in un ambizioso programma di investimenti infrastrutturali, rivolti a cercare di trasferire i dividendi della crescita alla popolazione delle aree rurale.
Intento nobile, e sacrosanto. Cos’è andato storto allora?
Lo Zambia non è riuscito a selezionare quali investimenti sarebbero stati effettivamente utili a costruire una capacità produttiva che riuscisse a realizzare un tasso di crescita sostenuto nel lungo periodo, riducendo la dipendenza esclusiva dalle esportazioni di rame. Alcuni investimenti (una centrale idroelettrica) andavano in quella direzione. Tanti altri (un secondo aereoporto internazionale, autostrade costruite con progetti sbagliati, ecc) invece sono solo stati uno spreco di soldi.
E così, appena è arrivata la recessione mondiale causata dal Covid (che ha drasticamente tagliato la domanda mondiale di rame), il tasso di crescita è crollato, perchè non si erano usati i “tempi buoni” per alimentare alternative fonti di crescita; le entrate fiscali sono crollate e lo Zambia non ha più avuto i soldi per rimborsare i propri creditori, soprattutto cinesi.
Ed è andato in default, nonostante abbia una propria moneta sovrana (e pensare, per giunta, che il livello di debito non era poi neanche tanto alto).
Che c’entra questa storia con l’Italia? Quasi nulla in realtà. Solo un pazzo potrebbe confrontare due situazioni così diverse e pretendere di trarne “lezioni”.
Tuttavia, a livello generale, una cosa la possiamo segnare sul quaderno degli appunti: le risorse prese a debito – soprattutto se usate per investimenti – devono essere utilizzate in progetti buoni, in grado di innalzare permanentemente il tasso di crescita dell’economia. Altrimenti, se sono sprecate, al primo colpo di vento viene giù tutto.
Pure se hai la tua moneta, la tua banca centrale, ecc.