Task force, Istituto cyber del Dis, Recovery Fund e Mes. Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze della Camera e prima linea di IV, spiega come Giuseppe Conte può evitare la crisi.
A sentire Luigi Marattin, deputato di Italia Viva e presidente della Commissione Finanze della Camera, volto di punta della pattuglia renziana, la crisi di governo non suona affatto come un tabù. Nessun ultimatum, garantisce lui a Formiche.net, e tantomeno rimpasti e cambi-squadra. Però le richieste di Iv a Giuseppe Conte, su tutte una revisione della “cabina di regia” per il Recovery Fund e lo stop all’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic), non passeranno in cavalleria. E il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ragione: “Se il Parlamento è in grado di esprimere una maggioranza e un governo, lo fa. Altrimenti si va a elezioni”.
Marattin, ci risiamo. Matteo Renzi minaccia una crisi che, ancora una volta, sarà scampata. O no?
Non lo so. Noi – essendo dotati di pensiero e di parola – quando vediamo qualcosa che decisamente non va, lo diciamo e cerchiamo di evitare che vengano compiute scelte sbagliate. Come ad esempio poter nominare – senza concorso e senza controllo preventivo della Corte dei Conti – il sig. Rossi che avrebbe potere sostitutivo alle amministrazioni pubbliche e potere di emanare ordinanza in deroga alle leggi della Repubblica. Se questo ci rende dei rompiscatole, chiamateci pure rompiscatole. Tanto ci siamo abituati ormai.
Che succede se Conte non accoglie le vostre richieste entro il 28 dicembre?
Non capisco perché i media vogliano sempre creare questo clima da far west, in cui si scontrano pistoleri che minacciano e si guardano in cagnesco. Abbiamo individuato due criticità particolari, la cabina di regia e la norma sulla cybersecurity, che riteniamo molto pericolose, e la criticità generale di cogliere appieno la portata storica di questi 209 miliardi da spendere entro pochi anni per mettere mano ai problemi strutturali che questo paese ha da almeno 30 anni. Ci aspettiamo un confronto di merito pacato e sereno su questi punti, perché da essi passa il futuro del Paese e in particolare delle giovani generazioni. Se poi si preferisce avere parlamentari di maggioranza che dicono sì a qualsiasi cosa senza neanche leggere, beh… diciamo che quelli non siamo noi, ecco.
Dal Colle fanno capire che dopo questo governo ci sono le urne. Voi siete pronti? I sondaggi non sono benauguranti.
Il Quirinale non ha bisogno di parlare attraverso retroscenisti. E quando parla la più alta istituzione del nostro Paese, la si ascolta, e la si ringrazia per il ruolo di custode attivo del dettato costituzionale. Che in questo caso è particolarmente chiaro: se il Parlamento è in grado di esprimere una maggioranza e un governo, lo fa. Altrimenti si va a elezioni.
Quali sono i paletti che porrete nella verifica con il premier?
Abbiamo spiegato in dettaglio perché l’idea sulla cabina di regia del Recovery Fund e sulla fondazione di diritto privato per la cyber security sono due grossi errori. In secondo luogo, su troppi dossier in questi mesi abbiamo dato l’impressione di tirare a campare in modo confuso e approssimativo invece che cogliere in pieno l’importanza storica del momento per non sprecare questa occasione irripetibile. Quindi chiediamo che ci si capisca bene – molto bene – su come intendiamo spendere i soldi europei e cosa fare per assicurarsi che nel post Covid l’Italia abbia un tasso di crescita che consenta di riassorbire gradualmente l’enorme debito accumulato.
Un governo che sopravvive un ultimatum dopo l’altro non è già finito?
Ci sono tanti modi per “essere già finiti”. Uno è quello che dice lei, certo. Ma un altro è pure non affrontare con coraggio e competenza i problemi strutturali, che se non affrontati e risolti determinerebbero il collasso del paese nell’epoca post-Covid, sotto il peso del debito. Ho già avuto modo di dirlo: se il giorno dopo la fine dello shock Covid, riprendessimo a crescere alla velocità media con cui siamo cresciuti negli ultimi 20 anni, questo Paese andrebbe a sbattere. Perché la traiettoria del rapporto debito/Pil sarebbe sempre crescente.
A quali condizioni può nascere un governo di unità nazionale?
Non è mio compito indicare la via sulla costituzione di eventuali o possibili nuovi governi. Io do il mio contributo a far funzionare bene questo. Finché è possibile.
Conte è indispensabile per arrivare a fine legislatura?
Faccio parte di quella schiera di persone – siamo pochi eh – che quando parlano di politica e di futuro del Paese parlano di idee, contenuti e modalità per raggiungerli. Non di persone. Personalmente ho un ottimo rapporto col presidente Conte e non esprimo alcun giudizio personale su di lui. Semplicemente perché qui è in gioco ben altro che non il giudizio su questa o quella persona.
Una revisione della squadra di governo è da escludere a priori?
Mi pare che l’abbia esclusa direttamente il presidente del Consiglio, quando ha affermato che i ministri attuali sono i “migliori del mondo”.
Un anno fa nel Pd c’era chi definiva Conte un riferimento dei progressisti. Lei condivide?
Non so rispondere a chi sia il miglior capitano di una squadra se non so né di che squadra si sta parlando (gli unici “progressisti” che ricordo sono quelli della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto nel 1994), né se sia la mia o meno. La mia opinione in merito è nota: penso che la nuova linea di demarcazione tra le offerte politiche non sia più “destra” e “sinistra” ma tra chi crede nelle opportunità della società aperta liberal-democratica e chi invece la vuole distruggere. Al momento i componenti di questi schieramenti sono mischiati in tutte le formazioni politiche.
Su 209 miliardi di euro in arrivo con il Next generation Eu, alla Sanità ne vanno 9. Non sono un po’ pochi?
È totalmente irrazionale prevedere 9 mld (che se va bene arrivano tra un anno) quando con la linea sanitaria del Mes ne possiamo avere 36 subito, o meglio potevamo averli già da 6 mesi. Ed è irrazionale pure prevedere, col Recovery, 88 mld di prestiti sostitutivi di spese già in bilancio (al solo fine di risparmiare interessi passivi) e rifiutarsi di fare la stessa identica cosa con i 36 mld del Mes. Specialmente se si considera che tra Mes sanitario e Recovery, lo strumento che ha meno condizionalità è il primo.
Cosa farete se il governo ripropone l’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic) controllato dal Dis?
Abbiamo già spiegato che riteniamo che quella norma abbia bisogno di un percorso di elaborazione molto più meditato di quanto non sia stato fatto finora. Almeno su questioni di intelligence e sicurezza nazionale, per favore, cerchiamo di fare le cose per bene.