Intervista di Annalisa Chirico per Il Foglio, 12/01/2022
Onorevole Luigi Marattin, le è piaciuto il discorso del presidente Mario Draghi?
“Sì. Draghi ha l’enorme pregio di parlare poco, e chiaro. È una cosa alla quale la politica italiana non era abituata”.
Il premier ha preferito sottrarsi alle domande quirinalizie… prudenza eccessiva?
“Nella conferenza stampa di fine anno, da ogni sillaba o movimento di sopracciglio di Draghi, giornalisti e politici hanno fatto derivare volumi interi di filosofia politica. Naturale quindi che all’occasione successiva il premier abbia preferito non proferire parola neanche sotto minaccia armata”.
Sull’ipotesi Draghi al Quirinale qual è la posizione di Iv?
“Come ha detto egli stesso prima di chiunque altro, il punto qui non è capire cosa sarebbe meglio per lui, per Tizio o per Caio, ma cosa è meglio per il Paese in questa fase. Chiunque conosca l’operato di Draghi e ciò che ha realizzato nella vita, non può in coscienza affermare che non sarebbe adatto a ricoprire l’incarico di presidente della Repubblica. Nessuno può essere contrario in principio, e io certamente non lo sono”.
E dunque?
“La mia preoccupazione è molto più semplice. Non possiamo passare la maggior parte del 2022 tra campagna elettorale, trattative per la formazione del nuovo governo e insediamento.
L’eventuale elezione di Draghi al Quirinale può avvenire a condizione che si formi rapidamente un nuovo governo in grado di affrontare tutti i nodi dell’anno appena iniziato”.
Insomma, Draghi va bene ma niente elezioni anticipate.
“Il 2022 è il primo vero anno di implementazione del Pnrr, i 51 obiettivi raggiunti del 2021 sono stati tutti di preparazione. Ora si tratta di cominciare a produrre i risultati: tra riforme, milestone e target quest’anno dobbiamo rispettare 102 obiettivi, altrimenti per noi il Porr finisce qua. A me sembra una ragione sufficiente per avere un governo pienamente operativo per tutto il 2022, e magari nel frattempo fare qualche riforma che minimizzi l’instabilità politica dopo le elezioni del 2023”.
I sondaggi non premiano Iv: avete paura delle urne?
“Se hai paura delle urne, meglio evitare di fare politica. E noi politica la vogliamo continuare a fare. I sondaggi contano fino a un certo punto, meglio guardare i voti reali. E domenica c’è un test importante alle suppletive di Roma 1, con il giovane Valerio Casini”.
Tornando a Draghi sul Colle più alto, chi potrebbe sostituirlo a Chigi fino alla scadenza naturale della legislatura?
“A giudicare dalla fatica che fa Draghi a comporre le eterogeneità di questa maggioranza, a naso direi Superman. Ma dobbiamo capire se è disponibile”.
Lei ci crede a Berlusconi presidente? Iv potrebbe sostenerlo?
“Assumeremo una posizione unitaria come partito, da questa settimana siamo in assemblea permanente per un confronto continuo e costruttivo”.
I sostenitori di Draghi al Quirinale dicono anche che il presidente potrebbe essere ‘garante’ in Europa nel caso di un esecutivo di centro-destra nel 2023. Le sembra fantascienza?
“Tra gli argomenti di chi vuole Draghi al Quirinale ce ne sono di più degni di quello che lo vede come ombrello protettivo (o forse più propriamente balia) di qualsiasi tipo di governo. Nel nostro ordinamento, il potere esecutivo è nelle mani del governo, forse qualcuno se l’è dimenticato”
Lei, da presidente della Commissione finanze della Camera, lavora alacremente alla riforma fiscale. Cambio epocale o riformicchia? La sensazione è che per il ceto medio cambierà poco.
“Il ceto medio – se così vogliamo chiamare chi guadagna duemila euro netti al mese – già dal primo tempo della riforma (quella approvata con la legge di bilancio) ha una riduzione fiscale di circa mille euro all’anno. E per aver fatto questa scelta, abbiamo persino subito il primo sciopero generale dopo sette anni, da parte di chi dimentica che il ceto medio era stato escluso da ogni intervento di sollievo fiscale nell’ultimo decennio. Nel 2022 con la legge delega e i decreti attuativi metteremo in atto il secondo tempo della riforma. Non credo né ad una riformicchia né ad un cambio epocale, ma mi accontenterei che dal primo gennaio 2023 gli italiani avessero un fisco un po’ più leggero e un po’ più semplice”.
Ultima domanda: si sono raccolte 200mila firme per introdurre il “bonus psicologo”. L’emendamento, sparito dalla legge di bilancio, potrebbe rientrare nel milleproroghe?
“Mi sembra un’iniziativa lodevole, a patto che sia un’erogazione diretta sul conto corrente e non una detrazione. Se il governo vuole dare soldi a qualcuno glieli dia. direttamente sul conto corrente e un minuto dopo aver consumato quel bene con strumenti tracciabili di pagamento”.