Un po' su di me
Ho 43 anni, sono sposato con Gloria. Sono Professore Associato di Economia Politica presso l’Università di Bologna, al momento in aspettativa. La mia formazione accademica è avvenuta in Italia e nel mondo anglosassone (Gran Bretagna e Stati Uniti). Per circa dieci anni ho fatto politica a livello locale, sono stato Consigliere Comunale e poi Assessore al Bilancio del Comune di Ferrara. Dal 2014 al 2018 ho lavorato a Palazzo Chigi come Consigliere Economico del Presidente del Consiglio, prima Matteo Renzi poi Paolo Gentiloni, lavorando a tutti i principali dossier di finanza pubblica di quegli anni.
Dal 2018 sono Deputato, in questa legislatura ho ricoperto l’incarico di vice-capogruppo di Italia Viva e poi di Presidente della Commissione Finanze della Camera. Da quel ruolo, mi sono fatto promotore di una iniziativa parlamentare volta a impostare, dopo mezzo secolo, una complessiva riforma del sistema fiscale italiano. Il Governo Draghi ha recepito questo lavoro e lo ha trasformato nel disegno di legge delega sul fisco che, dopo essere stata approvata dal governo e dalla Camera a larghissima maggioranza, è stata affossata in questi giorni dall’irresponsabilitá della destra. Puoi scoprire tutto il resto su di me sul mio sito: www.luigimarattin.it
Negli ultimi mesi ho fortemente lavorato per la costruzione di un’offerta politica che riunisse Italia Viva ed Azione, come embrione di un nuovo progetto politico in grado di creare in Italia un partito liberal-democratico dalla forte connotazione riformista.
Un partito in grado di rappresentare quella parte della società italiana che non si rassegna a dover scegliere tra una destra a trazione sovranista e una sinistra incapace di andare oltre la semplice aggregazione “contro” qualcuno, e non “per” un progetto organico e coerente di governo della società italiana. Un partito che creda nella meritocrazia e nelle pari opportunità, orientato alla crescita del reddito e all’allargamento delle possibilità per tutti. Un partito che creda che la globalizzazione non sia né una minaccia da cui difendersi, né un mostro da esorcizzare, ma piuttosto sia una miniera di opportunità e di sviluppo se saremo capaci di disegnare un percorso di accompagnamento al quel cambiamento che la società e la politica italiana hanno per troppo tempo o rifiutato o perseguito unicamente come slogan vuoto.
